Lo sai che la scelta dell’Inps è fondamentale per un marketer?
Oggi parliamo di pianificazione fiscale per marketer, con particolare riferimento all’inquadramento INPS in base al Codice ATECO della tua attività e ad altri fattori di riferimento.
Una corretta pianificazione fiscale può, infatti, farti conseguire un notevole risparmio economico. Rivolgiti a un commercialista esperto nei business online, che ti indicherà la strategia fiscale più adatta alle tue esigenze.
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Pianificazione fiscale, Inps e Partita Iva
La scelta del tipo di INPS, laddove possibile, può farti conseguire un notevole risparmio fiscale e, conseguentemente, aiutarti ad accrescere il tuo business. Il segreto del successo della tua attività, anche se hai una Partita Iva individuale e se sei in regime forfettario, risiede in una attenta pianificazione fiscale.
Quindi scegli bene il tuo commercialista, che dovrà consigliarti la strategia fiscale più adatta alle tue esigenze. Non fare l’errore di ritenere che l’apertura della Partita IVA sia correlata al volume d’affari da te prodotto.
L’obbligo di apertura della Partita IVA nasce infatti nel momento in cui la tua attività diviene abituale, organizzata e svolta in maniera professionale.
Fermo restando questo punto, una volta che sei convinto della tua decisione, la prima cosa da fare sarà selezionare il Codice ATECO dell’attività che andrai a svolgere. Continua a leggere il nostro articolo per conoscere tutto sul Codice Ateco e sulla gestione previdenziale Inps.
Codice Ateco e Inps
Il Codice Ateco identifica il tipo di attività economica svolta. Spesso il Codice Ateco impone anche la scelta dell’Inps.
Tuttavia, nella pratica non risulta sempre facile individuare il Codice Ateco di riferimento di una data attività. Questo è il caso di alcune attività sorte in epoca più recente, come ad esempio l’attività di gestione delle Pagine Social, o quella di organizzazione di eventi.
In linea teorica un freelance avrà l’obbligo di iscriversi all’INPS Gestione Separata, mentre un’azienda (anche se in forma di ditta individuale) dovrà iscriversi all’INPS Commercianti. Questa differenza non è nettamente marcata e non sempre è facilmente apprezzabile. Mentre in alcuni casi non potrai scegliere il tipo di gestione INPS, in altri spetterà a te la scelta.
La scelta del Codice Ateco è comunque un punto di partenza per definire in quale gestione INPS si verseranno i contributi, con una serie di differenze a seconda delle due casse di riferimento. In alcuni casi l’attività ricadrà nell’INPS Gestione Separata, in altri in quella dei Commercianti (che comprende anche i servizi).
In base al Codice Ateco, l’attività verrà subito inquadrata a livello previdenziale nella Gestione Separata INPS o nella Gestione Commercianti (che comprende anche i servizi) o Artigiani con una serie di differenze dal punto di vista fiscale.
Per darti un’idea in termini numerici delle differenze economiche tra le due gestioni, facciamo un esempio e ipotizziamo il caso di un marketer in Regime Forfettario che ha conseguito un fatturato di € 30.000 nel 2022.
In Gestione Separata INPS, il marketer pagherà un totale di € 7.000,92 di “tasse”, di cui:
– € 6.137,82 di CONTRIBUTI INPS VARIABILI (26,23% del 78% del fatturato);
– € 863,10 di IMPOSTA SOSTITUTIVA (5% del fatturato al netto dei contributi).
In Gestione Artigiani e Commercianti, il marketer pagherà un totale di € 5.136,81 di “tasse” di cui:
– € 4.175,59 di CONTRIBUTI INPS FISSI e VARIABILI (considerando la riduzione del 35% per i forfettari);
– € 961,22 di IMPOSTA SOSTITUTIVA (5% del fatturato al netto dei contributi).
Inps e attività professionale o d’impresa
Il Codice Ateco è un primo indicatore di riferimento, ma non è da solo sufficiente nella scelta tra i due regimi previdenziali. Bisogna infatti anche preventivare il fatturato che si presume di guadagnare e analizzare il tipo di attività che si intende svolgere, verificando la sua organizzazione. In particolare significa individuare se l’attività si configura come “imprenditoriale” o “professionale”.
Ai sensi del codice civile, l’attività d’impresa consiste “nell’esercizio professionale di una attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni e di servizi”.
Perché si tratti di attività di impresa, quindi, la legge richiede il requisito della “professionalità”, cioè che l’attività sia svolta in modo abituale e prevalente (cioè che sia la fonte principale di reddito), e non sporadico. L’attività deve poi essere organizzata, cioè fondata sul coordinamento di beni e risorse. Infine deve essere finalizzata alla produzione o al commercio di beni e/o servizi.
Se sarà una singola persona fisica a svolgere l’attività d’impresa si parlerà di ditta individuale.
Il requisito dell’abitualità è richiesto anche per la libera professione, che non può quindi essere esercitata in modo sporadico. Tuttavia in questo caso si tratta prevalentemente di lavoro di tipo intellettuale, che prevede l’esecuzione di un’opera o di un servizio dietro il pagamento di un compenso. Inoltre è un’attività organizzata dal professionista stesso e priva di vincoli di subordinazione.
Il classico libero professionista è generalmente iscritto a un Ordine o Albo Professionale. È questo il caso di professionisti quali avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti, etc.
Tuttavia negli ultimi anni sono nate numerose professioni che sono considerate libero-professionali, legate per esempio al mondo dell’informatica, o della cultura, o degli eventi.
La Gestione Separata Inps
La Gestione Separata Inps è un fondo pensionistico che gli iscritti finanziano in base a quanto prevede la legge.
Generalmente è la formula preferita da chi inizia un’attività, perché non prevede un minimale da versare annualmente e impone il solo versamento di contributi variabili a seconda del fatturato.
Tuttavia, a fronte di fatturati superiori a 20.000 euro, i contributi da versare risultano maggiori rispetto all’Inps Commercianti, nonostante essa preveda il versamento di contributi fissi.
Gli iscritti alla Gestione Separata devono identificarsi in un Codice Ateco tra quelli individuati nell’apposito elenco di riferimento e procedere all’apertura della Partita Iva.
Chi deve iscriversi necessariamente alla Gestione Separata Inps?
- I lavoratori autonomi professionali, titolari di Partita Iva, tenuti a iscriversi alla Gestione separata, invece che a una Cassa di previdenza, quando esercitino attività il cui esercizio non sia subordinato all’iscrizione ad appositi Albi o elenchi professionali, oppure pur svolgendo attività iscrivibili ad appositi Albi, siano esclusi dal versamento contributivo alle Casse di categoria, in base ai rispettivi statuti o regolamenti (si parla, appunto, di professionisti privi di Cassa di previdenza di categoria);
- i collaboratori coordinati e continuativi, anche occasionali, titolari di rapporti di lavoro esclusi dall’applicazione della disciplina del lavoro subordinato;
- i lavoratori a progetto o autonomi occasionali con redditi superiori a 5.000 euro.
L’iscrizione è obbligatoria per chi non ha cassa né albo di riferimento e quindi per moltissimi lavoratori autonomi, liberi professionisti e collaboratori coordinati e continuativi.
Ricordiamo che il Codice Ateco da solo non basta a delineare il confine fra attività professionali, che rientrano nella Gestione Separata, e attività imprenditoriali, che afferiscono alla Gestione Artigiani e Commercianti.
Bisognerà tenere conto del dato dell’organizzazione dell’attività.
Solitamente, se l’attività svolta è di tipo professionale sorge l’obbligo di iscriversi alla gestione separata INPS, eccezion fatta per i professionisti muniti di cassa previdenziale, che hanno l’obbligo di iscriversi alla propria cassa di riferimento.
Nel caso di attività di impresa, artigianale o commerciale invece bisognerà iscriversi alla gestione INPS artigiani e commercianti.
Gestione Inps Artigiani e Commercianti
Iscriversi alla Gestione INPS Artigiani e Commercianti, ovvero alla Cassa Previdenziale che si rivolge agli imprenditori individuali che operano nei settori dell’artigianato e del commercio, risulta più complicato e oneroso.
I tempi sono più lunghi ed è previsto almeno un piccolo budget iniziale.
La legge impone il versamento di contributi fissi, indipendentemente dagli incassi prodotti nell’anno e calcolati sul minimale di reddito stabilito dall’Inps, ed eventualmente variabili a seconda del fatturato, calcolati sull’eccedente del minimale di reddito e dovuti in caso di superamento di quest’ultimo. Tuttavia, a fronte di un fatturato che supera i 20.000 euro annui, si ha un sensibile risparmio rispetto alla Gestione Separata Inps.
Gli iscritti INPS Artigiani e Commercianti assoggettati al regime fiscale forfettario possono richiedere una riduzione pari al 35% su tutti i contributi (fissi e variabili).
Tale riduzione, comunque, abbassa il reddito minimale di copertura e comporta la rinuncia a quattro mensilità su dodici.
La procedura per l’iscrizione si chiama “ComUnica”. Tramite questa pratica sarà possibile la Denuncia di inizio attività presso l’Agenzia Entrate, l’apertura della Partita Iva, l’Iscrizione al Registro Imprese/ REA (e, se prevista, all’Albo Artigiani); l’Iscrizione alla Gestione INPS Artigiani e Commercianti e l’Iscrizione all’INAIL se prevista.
Chi deve iscriversi alla Gestione Artigiani e Commercianti?
Chi esercita un’attività di impresa nel settore del commercio, terziario o turismo e chi non ha un contratto di lavoro.
Come scegliere l’Inps?
Alla luce di quanto abbiamo detto come scegliere l’Inps?
Tenuti fermi i vincoli legislativi, a cui necessariamente bisogna attenersi, a prima vista potrebbe apparire poco vantaggiosa l’iscrizione alla Gestione Inps Artigiani e Commercianti per la previsione del pagamento di un importo fisso trimestrale, a prescindere dall’andamento degli affari e anche con fatturato zero.
Tuttavia bisogna considerare che l’aliquota contributiva per i liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata è pari al 26,23% per l’anno 2022, dunque addirittura superiore a quella applicata agli Artigiani e ai Commercianti con redditi elevati, e che, inoltre, non sono previste riduzioni per i giovani neo-iscritti.
Possiamo quindi notare come questo vantaggio sussista solo in caso di bassi introiti.
Per di più, mentre le ditte individuali che si avvalgono del regime forfettario possono richiedere uno “sconto” del 35% su tutti i contributi (prima e seconda tipologia, per intenderci), per i professionisti non esiste la stessa opportunità.
Come si evince anche dal nostro esempio iniziale, a conti fatti, nell’ipotesi di Gestione Inps Commercianti il risparmio fiscale è notevole in caso di fatturati alti. Possiamo affermare che, tendenzialmente, più cresce il fatturato più conviene la Gestione Inps Commercianti.
In conclusione, la soluzione migliore resta sempre quella di rivolgersi a uno specialista del settore che, valutato il tuo caso specifico sulla base della normativa di riferimento e le tue prospettive di fatturato, saprà consigliarti la soluzione migliore più adatta alle tue esigenze.
Ricordati che una buona pianificazione fiscale è il segreto del successo della tua attività, anche se hai una Partita IVA come ditta individuale e se sei in regime forfettario.
A che serve risparmiare € 200 di onorario per il commercialista se poi ti tocca pagarne € 2.500 in più di “tasse” a causa di una cattiva pianificazione fiscale?
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Conclusioni e consigli
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